In occasione del Giorno della Memoria, sabato 27 gennaio 2024 alle ore 15:30 il Centro Europeo di Studi su Mito e Simbolo dell’Ateneo di Messina organizza un webinar tenuto dalla prof.ssa Maria Felicia Schepis, docente di Filosofia politica presso il Dipartimento Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina, dal titolo “L’immagine dell’inferno”. Il campo attraverso lo sguardo di Hannah Arendt.
Hannah Arendt è considerata una delle più influenti filosofe politiche del Novecento. Ebrea tedesca, riuscì fortunosamente a scampare alla Shoah, trovando asilo negli Stati Uniti, ove insegnò in diverse Università. Nel suo capolavoro Le origini del totalitarismo, pubblicato nel 1951, ci ha consegnato una delle interpretazioni più acute e penetranti del dispositivo totalitario, che, pur in differenti forme, accomuna nazismo e comunismo. Benché non abbia direttamente sperimentato l’orrore dei campi di sterminio, in alcune densissime pagine di quest’opera ci ha consegnato un’analisi del Lager che costituisce, ancora oggi, un punto di riferimento ineludibile per comprendere quanto vi è accaduto. Il campo di sterminio, secondo Arendt, sarebbe stato il terribile “laboratorio” in cui sperimentare il dominio totale sull’uomo, in cui mostrare “l’abisso del possibile”: come l’uomo possa essere trasformato in non-uomo.
Per partecipare, collegarsi al link della piattaforma Zoom: https://us06web.zoom.us/j/85944277829?pwd=FKoz2GG2CPb4MzQDcBpkkDbtimjJx4.1
Roberto Esposito, professore emerito della Scuola Normale Superiore, Pisa, tra i filosofi contemporanei più autorevoli a livello nazionale e internazionale, sarà ospite presso il nostro Ateneo per presentare il suo ultimo volume, Vitam Instituere. Genealogia delle istituzioni (Einaudi, 2023), nel quale ripensa, filosoficamente e politicamente, il rapporto tra vita e istituzioni.
La presentazione si terrà martedì 7 novembre, alle ore 16.00, Aula 5, Dipartimento di Giurisprudenza.
L’evento è organizzato dal Centro Europeo di Studi su Mito e Simbolo, dal Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne e dal Dipartimento di Giurisprudenza, i cui Direttori, Giuseppe Giordano (DiCAM) e Alessio Lo Giudice (Dip. Giurisprudenza), porgeranno i saluti istituzionali.
Interverranno, oltre a Roberto Esposito, Rita Fulco (DiCAM), Alessio Lo Giudice (Dipartimento di Giurisprudenza), Caterina Resta (DiCAM).
Drawing on the work of critical theorists like Giorgio Agamben (‘What is a Camp?’), Hannah Arendt (The Origins of Totalitarianism), Antonio Gramsci (Prison Notebooks), Michel Foucault (‘The Birth of the Prison’), Judith Butler (Precarious Life) and Emmanuel Levinas (‘Useless Suffering’), the project considers how and why the detention camps of the past and the present dehumanise their inmates. By preserving the memories of past suffering, the project is a timely reminder of the dangers that populism poses. Given the recent global popularity of right-wing politics, as well as the centenary of Mussolini’s march on Rome, such research is more urgent than ever.
This project explores the camp not as a historical fact that belongs in the past, but rather as a paradigmatic political space in which ordinary law is completely suspended. As Agamben suggests, the camp is a space that opens up when the temporal state of exception starts to become the permanent rule. The corollary is that anything becomes possible inside its borders. Moreover, if the essence of the camp consists in the materialisation of the state of exception, it is inevitable that we are facing a camp every time that such a structure is created. As Butler notes, Guantanamo Bay, as well as all other migrant identification and expusion centres, must be considered to be camps. Camps exceed the juridical concept of punishment, as well as that of crime. Prisoners, who are blameless, are faced with a pain that reveals itself as ‘useless’ (Levinas). The scenario puts the tradition of theodicy in crisis. They try to describe this extreme suffering through their diaries. Their experience, however, cannot be fully communicated; the words disappear under their pens and takes their voice away. The writer no longer writes, rather, they scream. The scream expresses the humanity of human-being at the extreme limit of its un-power. This is the expression of an extreme that causes such excessive pain that it is unbearable for the human-being.
Aïcha Liviana Messina è Professore ordinario di Filosofia e direttrice dell’Istituto di Filosofia presso l’Universidad Diego Portales (Santiago de Chile). Ha studiato nelle Università di Parigi e Strasburgo. La sua ricerca riguarda il campo della filosofia francese contemporanea. In tale ambito ha prestato particolare attenzione ad autori come Blanchot, Bataille, Nancy, Derrida, Nietzsche, Kafka, Artaud. Ha inoltre analizzato il pensiero politico di Levinas, sia in relazione con Marx, che con Nietzsche. Ha costituito il Centro di ricerca su Guerra e Pace ed è co-responsabile con Jean-Claude Monod (CNRS, Francia) del progetto di ricerca “Guerra e pace. Secolarizzazione, messianismo, politica”. Tra le sue molte pubblicazioni si segnalano i volumi: Poser me va si bien (P.O.L, 2005), Amour/Argent (Les éditions du Portiques, 2011), L’anarchie de la paix. Lévinas et la philosophie politique (CNRS, 2018), The Writing of Innocence. Blanchot and the Deconstruction of Christianity (SUNY, 2022).
La relazione, che sarà tenuta in lingua italiana, prende le mosse dalla recente pandemia da Coronavirus per analizzare il concetto di mondo alla luce del pensiero di Jean-Luc Nancy, uno dei più influenti filosofi francesi contemporanei, di recente scomparso, nell’agosto del 2021. Nell’opera di Nancy i rapporti tra malattia e mondo possono essere compresi in due modi: da un lato, la malattia designa la fragilità immanente del nostro mondo comune, di cui la guerra in Ucraina e la pandemia incarnano la forma più acuta; dall’altro, la malattia fa mondo, nel senso in cui essa articola viventi, istituzioni, politiche e cure.
In occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio 2023 alle 17:30 il Centro Europeo di Studi su Mito e Simbolo dell’Ateneo di Messina organizza un webinar dal titolo Le donne nella Shoah.
A parte alcuni pionieristici lavori di area anglosassone, solo di recente, dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso, è stata rivolta una specifica attenzione alle particolari condizioni di vita delle donne nei campi di concentramento e di sterminio. Un percorso culminato nella mostra, inaugurata allo Yad Vashem nel 2021, Spots of Light: To Be a Woman in the Holocaust.
Il webinar, soffermandosi su figure ormai note come Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nel 1943, e su altre donne sopravvissute allo sterminio, si propone di approfondire il tema della specificità femminile nel modo di affrontare l’insostenibile violenza vissuta all’interno dei campi.
Interverranno Rita Fulco (DiCAM) e Caterina Resta (DiCAM).
A luglio 2020, la sezione di Simbolica ebraica e Teosistemi del Mediterraneo del Centro Europeo di Studi su Mito e Simbolo, nella persona del suo coordinatore professore Giovanni Caola, e la Shemah, Scuola di studi e cultura ebraica Margulies-Levinas di Firenze, nella persona del suo Direttore, dott. Joseph Levi si sono accordati nel dare avvio ad una collaborazione scientifica tendente a promuovere la conoscenza della cultura ebraica con particolare riferimento all’ebraismo siciliano. L’attività scientifica si espleterà attraverso la ricerca e la didattica.